La vicenda complessa di una ricca famiglia americana che, entrata in crisi di fronte alla morte annunciata del padre padrone, scopre tutte le sue debolezze, fatte di incomprensioni e tradimenti che l’hanno ormai lacerata.
E ancora il dramma personale di una sensuale ed accattivante donna che cerca di rimettere in piedi un matrimonio all’apparenza irrecuperabile. Già un successo nella sua versione cinematografica con Elizabeth Taylor e Paul Newman, continua ad appassionare anche a teatro “La gatta sul tetto che scotta”, il testo di Tennesse Williams rappresentato questo fine settimana al Traiano. Mai applausi sono stati così caldi e sinceri in questa stagione teatrale come per l’intenso spettacolo portato in scena dal talento indiscusso di una compagnia di primi attori.
Bella e graffiante Mariangela D’Abbraccio nel ruolo della “gatta” Maggie, affascinante ed impetuoso Paolo Giovannucci nelle vesti del controverso Brick, elegantissima, sensibile e a tratti struggente Isa Barzizza come madre, emozionante ed energico Luigi Diberti, uomo fatto con la terra e la fatica, brusco e dolce capofamiglia allo stesso tempo. Con il lusso e l’eleganza quasi spersonalizzanti degli abiti/divise indossati, chiari e abbaglianti nella loro sfumatura neutra; in una scenografia geometrica composta di scaffali metallici e scale come fossero un’enorme gabbia; con la potenza della parola e dei silenzi sottolineati dalla rielaborazione di Giorgio Albretazzi, gli attori sono riusciti a vivere il testo, ad entrare nelle psicologie e a presentare le fragilità e la forza dei personaggi nati, come accade di solito in Williams, da un realismo violento, spesso brutale e provocatorio, con struggimenti patetici, quasi romantici e addirittura morbosi.
Un po’ tragedia shakespeariana e un po’racconto epico, lo spettacolo è un attuale inno alla femminilità, quella della “gatta” Meggie sospesa su di un tetto che si fa sempre più bollente con l’avvicinarsi della verità; lei, la donna che “porta la vita dentro di sé” è la chiave di lettura dell’intero testo. Attraverso i suoi occhi, con le sue battaglie e le sue sofferenze, con il coraggio e l’amore per la vita, il pubblico, quasi incantato e rapito, rimane affascinato dalla passione e dall’umanità portati in scena, specchio di una vicina quotidianità.
E ancora il dramma personale di una sensuale ed accattivante donna che cerca di rimettere in piedi un matrimonio all’apparenza irrecuperabile. Già un successo nella sua versione cinematografica con Elizabeth Taylor e Paul Newman, continua ad appassionare anche a teatro “La gatta sul tetto che scotta”, il testo di Tennesse Williams rappresentato questo fine settimana al Traiano. Mai applausi sono stati così caldi e sinceri in questa stagione teatrale come per l’intenso spettacolo portato in scena dal talento indiscusso di una compagnia di primi attori.
Bella e graffiante Mariangela D’Abbraccio nel ruolo della “gatta” Maggie, affascinante ed impetuoso Paolo Giovannucci nelle vesti del controverso Brick, elegantissima, sensibile e a tratti struggente Isa Barzizza come madre, emozionante ed energico Luigi Diberti, uomo fatto con la terra e la fatica, brusco e dolce capofamiglia allo stesso tempo. Con il lusso e l’eleganza quasi spersonalizzanti degli abiti/divise indossati, chiari e abbaglianti nella loro sfumatura neutra; in una scenografia geometrica composta di scaffali metallici e scale come fossero un’enorme gabbia; con la potenza della parola e dei silenzi sottolineati dalla rielaborazione di Giorgio Albretazzi, gli attori sono riusciti a vivere il testo, ad entrare nelle psicologie e a presentare le fragilità e la forza dei personaggi nati, come accade di solito in Williams, da un realismo violento, spesso brutale e provocatorio, con struggimenti patetici, quasi romantici e addirittura morbosi.
Un po’ tragedia shakespeariana e un po’racconto epico, lo spettacolo è un attuale inno alla femminilità, quella della “gatta” Meggie sospesa su di un tetto che si fa sempre più bollente con l’avvicinarsi della verità; lei, la donna che “porta la vita dentro di sé” è la chiave di lettura dell’intero testo. Attraverso i suoi occhi, con le sue battaglie e le sue sofferenze, con il coraggio e l’amore per la vita, il pubblico, quasi incantato e rapito, rimane affascinato dalla passione e dall’umanità portati in scena, specchio di una vicina quotidianità.